Giuseppe Cruciani racconta il futuro de “La Zanzara”, l’esperienza teatrale, la politica e la TV. “TeleMeloni? Un’invenzione della sinistra”.
Giuseppe Cruciani è da anni uno dei volti (e voci) più discussi dell’informazione italiana. Con “La Zanzara”, il celebre programma di Radio 24, ha costruito un format che mescola satira, politica e scontro frontale, conquistando una vasta fetta di pubblico. Alla conclusione dell’ultima stagione, Cruciani si è lanciato anche nel teatro con due spettacoli andati in scena a Marina di Pietrasanta e Arezzo.

Un’evoluzione continua tra palco, radio e video
“Il problema del picco è che non lo identifichi mai… Se volessi seguire la tesi di Arbore, probabilmente sarebbe il caso di chiudere qui. Ma se uno ha la voglia e il pubblico dalla sua perché mollare?” afferma. “L’avventura teatrale ci aiuterà a irrobustire il brand, a rafforzare le radici”. Per il giornalista, l’evoluzione è costante: “È in atto una trasformazione in un prodotto più video che radiofonico… tuttavia il versante audio e dei podcast ne sta traendo paradossalmente dei vantaggi”.
Tra politica, Rai e provocazioni
Cruciani non rinuncia alla polemica neppure parlando di media e politica. Alla critica secondo cui la Rai sarebbe oggi una “TeleMeloni”, replica con fermezza: “TeleMeloni è un’invenzione della sinistra. Legittima, utile per la campagna elettorale, ma inesistente”. E aggiunge: “Io piazzerei i miei nemici per farmi attaccare ogni giorno”.
Nel libro “Ipocriti”, Cruciani attacca anche il politicamente corretto e ribadisce il proprio sostegno a Donald Trump: “Lo risosterrei tutta la vita… A me interessava la battaglia contro il politicamente corretto e l’ideologia woke”. Quanto alla responsabilità mediatica per ospiti controversi, respinge ogni accusa: “Non c’è alcun senso di colpa… Chi ci critica è bigotto, ha un pregiudizio morale”.
Sul futuro, resta aperto a tutto: “Se hai idee le puoi realizzare, ci sono tremila mezzi. È la grande bellezza di questa fase storica”. Una visione che, ancora una volta, riflette la forza e la longevità di “La Zanzara”, il programma che Cruciani paragona ironicamente a “una sorta di Ciao Darwin, con molte meno risorse”.